BOLDINI ROMAGNOLO O PARIGINO?

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Febbraio andiamo è tempo di inaugurare.

Chi bazzica in mostre arte e affini sa che a febbraio iniziano nella nostra bellissima Regione Emilia Romagna una serie di esposizioni in cui tutti noi appassionati rivolgiamo attenzioni e meraviglie e aspettative naturalmente. Solo Palazzo dei Diamanti di Ferrara ci ha “traditi” e ha posticipato l’apertura dell’attesissima “Rosa di Fuoco” all’aprile prossimo, ma i Musei di San Domenico di Forlì e il MAR di Ravenna fanno di febbraio il mese dei vernisagge. A Forlì scopriremo Giovanni Boldini. Pittore di sublimi forme, delle donne, dei vaporosi abiti ottocenteschi, una volta riscoperto come si deve, ormai parliamo di decenni e decenni, non poche sono state le mostre dedicate a questo grande della pittura. Inflazionato? Non di certo, se pensiamo solamente alle decina di migliaia di mostre dedicate agli Impressionisti che ancora oggi detengono lo scettro di più allestiti e appunto mostrati al mondo. Boldini se lo merita. A voglia, non so se ce lo meritiamo noi, ma questa è una parentesi troppo enorme da poter richiudere con calma.

Boldini verrà mostrato a Forlì sin dalla sua prima appartenenza alla corrente dei Macchiaioli, e solo per questo la mostra sarebbe da non perdere. Se poi pensiamo all’abilità dei curatori nell’offrire una visione sempre molto stereoscopica, mobilio, vestiti, arti minori ecc..,allora l’imperdibile è d’obbligo.

Allora, cosa ci rimarrà usciti dalla mostra? Un sapore di baguette e fois gras oppure di tortelli di zucca e salama da sugo?

Lo scopriremo insieme se volete.

Per scoprire le nostre visite guidate potete contattarci, per visitare la mostra individualmente o con un bel gruppo di amici

Eleonora 328-9439658 elerina@libero.it

Poi aprirà i battenti una bella mostra a Ravenna, ma di quella parleremo più avanti con la giusta calma.

OVE E’ IL TUO TESORO LA’ SARA’ IL TUO CUORE: GUERCINO A RIMINI

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Continuiamo la nostra esplorazione dei tesori più o meno nascosti dell’Emilia Romagna avventurandoci dentro le sale del Museo della città di Rimini per poter ammirare un capolavoro del Guericino: San Girolamo.

E’ importante considerare che fra le tante attività che potremo introdurre in una nuova rinascita culturale ci sarebbe sicuramente quella di riscoprire la costellazione di Musei comunali e statali italiani. Si dovrebbe ripartire dalla cultura naturalmente mettendola a capo di tutto abituando i bambini a frequentarli non solo con la scuola ma anche con i genitori. Spegneremo la tv, l’Iphone per capire in maniera corretta la geografia dell’arte . E’ ovvio che con il bisogno estremo di spettacolarizzazione che ammorba la nostra società un museo ancora ottocentesco chiuso e spesso noioso nell’allestimento non avrebbe un gran appeal. Un rinnovo dell’idea di museo sarebbe un ritardo da recuperare oramai anche da parte della bella Italia.

Veniamo alla nostra tela, 345 x 199, che raffigura San Girolamo, nel retro presenta la scritta ” Questo quadro è opera del Guercino da Cento è stato donato alla Compagnia dal Sig. Mario Ridolfo Stivivi fratello della medesima Compagnia” Stivivi che pagò l’opera la trasportò e la collocò a Rimini anche se fu probabilmente il padre teatino Tommaso di Carpegna che la commissionò. L’Opera fu collocata sull’altare maggiore dell’oratorio di San Girolamo a Rimini il 17 novembre 1641.

Rimini riscopre Guercino, o forse Guercino si avventura verso la Romagna e le Marche, solo negli anni 40 del secolo, quando ormai la sua pittura si acquieta e distacca dalla più possente e irrequieta baldanza del barocco. Quando cioè Guercino diventa ormai famoso politicamente correct e la sua bottega straripa di ordini.

Il tema del dipinto viene ricordato nel libro dei conti del Guercino come San Girolamo con l’Angelo che lo sveglia e chiama al Giudizio, e mostra già una prima differenza rispetto alla consueta iconografia del Girolamo studioso ed eremita, o meglio un arricchimento del tema grazie ad un atteggiamento di stupore e sorpresa del santo accompagnato da un gesto di apertura alla chiamata ed al suono della tromba celeste

Quello che mi piace sempre del Guercino è il suo modo di definire il cielo e le nuvole che lo riempiono, in questo caso un azzurro indaco meraviglioso viene coperto da una nube grigia e pesante che sorregge un angelo maestoso. Io penso che le nuvole del Guercino paghino l’Imu.  Sono forti grosse pesanti dense e restituiscono la tridimensionalità al cielo, ne misurano l’infinità

Da notare la meravigliosa natura morta di libri su cui Girolamo studia, i classici da lui amati,  da correlare ad una visione che il Santo ebbe durante un suo viaggio in Palestina. Scrisse infatti:

” Improvvisamente venni afferrato in ispirito e trascinato davanti al seggio del Giudice….mi fu chiesto di dichiarare la mia condizione e io risposi di essere cristiano. Ma colui che presiedeva disse: tu menti tu sei ciceroniano non cristiano. Infatti ove è il tuo tesoro là sarà il tuo cuore. Giurando feci appello al nome del Signore: O Signore, se mai possederò ancora libri mondani o li leggerò, ti avrò rinnegato”.

Il prezzo pagato per la tela fu piuttosto alto 300 scudi ma l’opera è una gran quadro, studiato benissimo romanticissimo nei colori e nella forma delle figure eloquenti e retoriche come conviene alla miglior pittura del Guercino. Non sfuggirà ai più attenti e dediti all’arte un chiaro rimando alla classicissima figura del Laocoonte  nel gesto e nella tensione di San Girolamo. Non dimentichiamoci infatti che non solo il rinascimento ma anche il più spettacolare Seicento vide nell’arte classica un modello  cui ispirarsi , ed il Laocoonte fu una statua “icona”, in più venne ritrovata poco tempo prima, nel 1506 scavando una vigna sul colle Oppio.

Il dipinto scampò fortunosamente alle rapine napoleoniche forse perchè fu nascosto, così come scampò all’ultima guerra, infatti i bombardamenti che distrussero l’80 % della città demolirono anche la chiesa di San Girolamo, ma il dipinto si salvò.

Guercino, San Girolamo, Rimini Museo della città

VISITA ALLA DOMUS DEL CHIRURGO

Ogni mercoledì organizziamo una visita al più importante sito archeologico riminese e alle sale dei Musei comunali che ospitano i meravigliosi reperti archeologici della domus del chirurgo, 150 attrezzi chirurgici altamente specializzati ognuno con una funzione precisa. Faremo un tuffo nella storia alla scoperta della taberna medica di Eutiches il chirurgo che aveva il suo piccolo ma funzionante ospedale nel centro di Rimini.

Per info e prenotazioni

Eleonora

Guida Turistica ufficiale Regione Emilia Romagna

328-9439658

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